28 marzo 2012

Conferenza Stampa Stramaccioni, ecco tutte le sue parole


Fonte: Inter.it


APPIANO GENTILE - "È un bel sogno, un bellissimo sogno. Siamo passati dalla vittoria di Londra con la Primavera, che adesso sembra lontana qualche mese, a oggi. Emozioni che solo lo sport, solo il calcio di questi livelli sa trasmettere". Accompagnato dall'amministratore delegato Ernesto Paolillo, dal direttore tecnico Marco Branca e dal direttore sportivo Piero Ausilio, AndreaStramaccioni si presenta alla stampa.

Diretto, genuino, ironico, giovane. Giovane dentro perché questa parola per il nuovo allenatore dell'Inter ha un solo significato: "Significa avere grinta, avere rabbia per lottare per questa società. Il nostro capitano è l'esempio di una persona giovane dentro". E la parola gioventù ricorre spesso nella conferenza stampa di presentazione di Stramaccioni. Se ne parla quando gli chiedono quanta paura abbia ad arrivare alla guida di una squadra che non arriva da un momento felicissimo. "La mia sarà una sorta di incoscienza giovanile - spiega l'allenatore -, ma la mia considerazione è che questa sia una squadra forte. Ho fiducia nei calciatori, nella società e in me stesso. Adesso il mio obiettivo è vincere contro il Genoa. Se si decide di fare questo lavoro è un sogno, punto. Si può essere concentrati su come preparare il lavoro, sul che cosa e sul come dire qualcosa a un calciatore, ma il termine paura è inesatto perché è tutto frutto di grande concentrazione. Da quando ho saputo la decisione del presidente Moratti, la mia testa ha cominiciato a girare esclusivamente per il lavoro sul campo".

Ancora di giovani si parla per descrivere la carriera più recente di Andrea Stramaccioni: "Vengo dalla conquista di un grandissimo successo, un successo di tutti, di un settore giovanile di altissimo livello. Adesso arrivo a vivere qualcosa di totalmente inaspettato, un sogno che mi ha regalato il presidente Moratti e che farò di tutto per onorare al meglio".

E sempre di giovani si parla guardando al futuro. Quello dell'Inter di Andrea Stramaccioni. 'Questo è un discorso delicato, l'ho fatto fino a 48 ore fa dall'altra parte e lo continuerò. I giovani rappresentano un patrimonio che la società insieme all'allenatore deciderà come gestire al meglio,. La valutazione sul quando e come proporre è una cosa importante e delicata perché si può correre il rischio di precorrere l'evoluzione di un ragazzo. Credo comunque che il presidente abbia dato già un segnale, se decidere come e quando capitalizzarli.



Dalla Primavera alla prima squadra. L'Inter accoglie ad Appiano Gentile Andrea Stramaccioni ed è lui stesso a spiegare a parole le giornate strane, belle, bellissime, tutto quello che ha vissuto nell'ultima settimana. "In termini di distanza metrica - scherza con i giornalisti durante la conferenza stampa di presentazione alla stampa - direi che quella da spogliatoio a spogliatoio è poca, ma a parte le battute è davvero un altro mondo. In generale, le prime squadre sono distanti anni luce, poi se si considera che siamo all'Inter, uno dei club più importanti del mondo, si spiega tutto da sè".

La dedica per quello che sta vivendo adesso "magari è scontata - riflette Stramaccioni -, ma qui ci sono gli angeli custodi delle scelte del presidente(ndr: l'ad Ernesto Paolillo, Marco Branca e Piero Ausilio) e la mia dedica va a questa società, che mi ha dato la possibilità di avere una vetrina importantissima nel settore giovanile. Adesso credo che la loro fiducia, se vogliamo controcorrente, basti per dire quanto io debba a loro per questo momento".

Dalla società, subito dentro lo spogliatoio. Che cosa abbia detto Stramaccioni alla squadra non è un mistero, come non lo lui stesso: "L'ho detto ai ragazzi e lo ripeto qui: sono stato sincero, me stesso. Per me è tuttora un orgoglio allenare questi grandi campioni, che fino a ieri ammiravo da fuori il cespuglio e che adesso sono i miei. Quello dell'Inter è uno spogliatoio di grande professionalità, è un piacere ed è stato facile comunicare subito con loro. Parto da una riiflessione semplice e lineare: ieri dopo l'incontro con il presidente Moratti ho pensato che ero stato me stesso nel farmi conoscere da lui e credo che se Massimo Moratti, colui che ha scritto la storia del calcio mondiale, abbia deciso di darmi questa possibilità sia solo per quello che ha visto. Ho la certezza del mio lavoro, con umiltà, ma con sicurezza. Non ho paura di bruciarmi, nel senso che io devo andare in campo per fare quello che so: so che alleno grandi campioni e so di avere una società alle spalle che mi è molto più che vicina. I giocatori sono sicuro che faranno il resto".
Anche il nuovo allenatore dell'Inter potrà quindi insegnare ai campioni nerazzurri, o meglio: "Preferisco utilizzare il verbo trasmettere che insegnare perchè quelli dell'Inter sono campioni e non credo di dovere insegnare nulla nel senso letterario del termine, ma solo trasmettere le mie idee, che sono le stesse che mi hanno portato fino a qui. Andare in campo per fare risultato, per essere padroni della partita. Oggi ho visto lo spogliatoio e anche l'intensità dell'allenamento mi ha colpito. Sono molto contento e fiducioso, in un solo termine: ci credo molto".

Nella conferenza alla stampa Andrea Stramaccioni si è presentato, nell'intervista a Inter Channel con Edoardo Caldara - invece - è quasi come se si fosse confessato, aprendo ancora di più il suo cuore ai tifosi nerazzurri, a partire da questo racconto: "Il mio dna si sta pitturando di nerazzurro... Negli spogliatoi prima raccontavo che ho seguito Inter-Olympique Marsiglia dalla Curva e la passione che ho visto mi ha impressionato, vedere la gente piangere perché la palla ha sbattuto sulla schiena di Lucio, con Brandao che così è andato a segno, mi ha toccato. Mi ha toccato profondamente. Sono cose che ti restano dentro: non è giusto che questa squadra viva un momento così, non lo meritiamo. Il valore della nostra squadra è superiore".
Spunta subito l'orgoglio nerazzurro, nelle parole di Stramaccioni traspare e lui lo ribadisce: "È vero, è un orgoglio essere all'Inter, qui è pazzesco il binomio tra qualità della Società e familiarità, e mi piace, mi piace molto. Sono felicissimo di essere qui e voglio fare bene. Mi ritengo una persona semplice, venuta dal niente, con valori sani e principi sani. E qui sto bene: mi sono sentito subito a casa, mi sono trovato bene per quanto mi hanno trasmesso tutti, da Samaden ad Ausilio, da Branca a Paolillo, fino al presidente Moratti: è davvero una famiglia questa, che ti entra dentro. È bello fare parte di questa famiglia, fa sentire bene. E poi lo spessore di questi uomini, e dico uomini ancor prima di calciatori, è enorme".
L'entusiasmo c'è, si percepisce, si vede, si sente, si respira, ma Stramaccioni sa anche tenere i piedi per terra: "E tutto è bello e si può parlare pure di tante cose se volete, anche di schemi, 4-3-3, 4-2-3-1, 4-3-2-1... tutto bello, davvero, ma alla fine, devi vincere...", sorride il tecnico, che poi aggiunge che "posso preparare anche 100 partite ma se i ragazzi non le mettono in pratica, non sono nulla, la mia resta una lettera morta, non posso mettere in pratica nulla io da solo. Loro seguono me, io seguo loro, io li rispetto e loro mi rispettano, perché questa è stata la scelta del presidente, della Società. Ma da solo non posso nulla, senza i miei giocatori. Spero di ripagare il presidente Moratti e i tifosi".


Con il compito di raccogliere un grande passato, di ripartire, di risalire, di tornare noi. Andrea Stramaccioni guarda al futuro, quello più immediato che vuole un'Inter di nuovo vincente. "Sentire che il mio nome era stato accostato alla panchina dell'Inter mi lusingava - confessa l'allenatore durante la conferenza stampa al centro sportivo. "Angelo Moratti"-. Sarei ipocrita se dicessi che subentrare non è diverso rispetto a prendere in mano una squadra dall'inizio, ma quello che il presidente Moratti mi ha chiesto è di portare all'Inter è quello che mi ha ha visto fare con la Primavera. Entusiasmo, voglia di lottare per questa maglia, di riportare i valori nerazzurri alla considerazione che meritano. E la passione del presidente Moratti non ha fatto che aumentare la mia".

Definirlo predestinato, "è impegnativo, fortunato va già bene", dice sorridendo Stramaccioni, che poi continua spiegando: "Credo che un allenatore giovane debba rubare con l'occhio tutto ciò che trova interessante. A Roma la persona che mi ha trasmesso di più è stato Luciano Spalletti e il suo staff, persone che mi hanno trattato con affetto e mi hanno supportato. La Roma dei record di Spalletti mi ha sicuramente ispirato..e poi entrambi abbiamo preso 7 gol da squadre inglesi (ndr: sorride facendo riferimento a Tottenham-Inter 7-1, esordio stagionale dell'allenatore in Primavera nella gara inaugurale della Next Generation Series). Lui un po' mi fa i complimenti e un po' mi tira le orecchie. Una dote che mi riconosco è quella di essere rimasto sempre me stesso, quello che allenava la Primavera dell'Inter o gli Allievi della Roma. Futuro? Credo che il segreto sia pensare partita dopo partita. In questo momento non mi sembra il caso di fare proclami, mi sembra invece il caso di pensare a Inter-Genoa".

E tra le tante sorprese della giornata c'è anche l'irruzione dell'ex nerazzurro Mario Balotelli nella sala stampa de La Pinetina per un saluto ai dirigenti dell'Inter. "Una carrambata" la definisce Stramaccioni che poi torna serio per parlare del prossimo impegno in campionato dei nerazzurri: "Come ha detto il mio presidente in tre parole bisogna tornare a vincere".
Nessun paragone con chi lo ha preceduto sulla panchina dell'Inter, neanche con José Mourinho: "Mi sento lontano anni luce da lui perchè io sono l'ultimo arrivato e, nella mia umiltà, andrò in campo a insegnare solo quello che so io. Lui rimarrà sempre un mito, ma non mi viene in mente un collegamento con quello che ha fatto lui qui quando penso a quello che farò io".
Infine, a chi gli chiede quale tra tutti i messaggi di complimenti ricevuti da ieri sera gli abbia fatto più piacere, Stramaccioni ha pochi dubbi: "È stato quello di Bruno Conti, una persona che mi ha dato tantissimo. Lui mi ha tirato su dai dilettanti e quel messaggio mi ha fatto pensare a tutto quello che ho vissuto in questi anni".



Si ringrazia Inter.it per la pubblicazione di questo articolo

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